Es gibt
zahlreiche Gründe, Jörg Ruhloffs akademisches
Oeuvre erneut zu würdigen. Ebenso vielfältig
sind die Beweggründe, ihm für die
entgegengebrachten wissenschaftlichen Anregungen
und die erwiesene Freundschaft zu danken. Der
70. Geburtstag ist daher kein Anlass, aber eine
willkommene Gelegenheit, dieses in verschiedener
Form zu tun.
Jörg Ruhloff è una delle figure più
rappresentative del dibattito pedagogico in
Europa. Chi, come me, ha avuto il piacere e
l’onore di lavorare alla sua cattedra ha un
doppio motivo per ringraziarlo. Ringraziarlo per
il rigore scientifico o ‘fatica al concetto’ (Hegel)
che il lavoro alla sua cattedra comportava.
Quanti hanno frequentato i suoi corsi (e i suoi
scolari sono tanti) sanno che con Ruhloff si
entrava nella profondità del teoretico. Teoria e
critica della teoria erano elementi fondamentali
del suo approccio trascendental-critico e
scettico. Si trattava dei fondamenti della
teoria (pedagogica), non di puro
decostruzionismo. Interrogare i presunti
fondamenti: ma interrogare non significa
demolire ogni fondamento. Certo la scepsi, che
accompagnava l’approccio trascendental-critico,
potrebbe ingannare quanti si avvicinano
ingenuamente all’idea di fondo di Ruhloff. In
verità si trattava e si tratta di non farsi
guidare da impostazioni dogmatiche e
assolutizzanti, per una discorsività critica e
autocritica. Ma critica e autocritica non sono
prive di fondamento, nel qual caso esse
sarebbero un non-senso.
Vorrei, inoltre, ringraziare Ruhloff non solo
per il lavoro scientifico svolto assieme a
lui (tanti sono i testi pedagogici che abbiamo
curato assieme e pubblicato sia in lingua
tedesca che in lingua italiana), ma per un
secondo motivo: per la sua amicizia. L’amicizia
vera è rara, è rarissima. E Ruhloff è una di
quelle persone rarissime in una società il cui
criterio è il che ‘cosa ne viene a me’.
Topologik dedica questo suo numero ad un grande
maestro della pedagogia teoretica. Gli autori
della Festschrift sono stati
consapevolmente limitati ad un gruppo
ristrettissimo di amici. Ovviamente si potevano
invitare i nomi più prestigiosi della
pedagogia europea e rappresentanti di altre
discipline, come è stato fatto in altre
occasioni, ma abbiamo preferito, in questo caso,
limitare il numero dei collaboratori alla
cerchia di quelli che frequentano con continuità
la casa di Jörg
Ruhloff.