Michele
Borrelli,
Lettere a Kant. La trasformazione apeliana
dell’etica kantiana, 2a edizione rivista e
ampliata con la Sesta lettera: Metafisica e
nichilismo, Pellegrini Editore, Cosenza
2008, pagine 158, ISBN 88-8101-287-1, euro
15,00.
Le riflessioni qui
sviluppate mettono, da un lato, in evidenza
alcune aporie da cui Kant non è uscito sia per
quanto concerne l’ambito della fondazione etica
(separazione e inconciliabilità di Io empirico
ed Io trascendentale) sia per quanto concerne
l’ambito della conoscenza (separazione rigorosa
e inconciliabile di Verstand e Vernunft);
dall’altro dimostrano che se al
soggetto-conoscenza solus ipse e pre-linguistico,
teorizzato da Kant, affianchiamo la
suddivisione-distinzione di ragione teoretica e
ragione pratica, notiamo che nonostante il
tentativo della Critica del giudizio intesa come
anello di congiunzione tra mondo fenomenico
(Critica della ragion pura) e mondo noumenico
(Critica della ragion pratica), non solo la
ragione umana ha difficoltà a trovare la sua
autosintonia (Selbsteinstimmigkeit) a cui Kant
tanto aspirava, ma diventa anche impossibile
portare avanti il tentativo kantiano di voler
fondare universalmente l’etica e, in ultima
istanza, la filosofia e la scienza. Per superare
le aporie e il conflitto creati da Kant in seno
alla stessa ragione e pensare in termini di
fondazione dell’etica o di filosofia e scienza
e/o di scienze sociali, le sei lettere qui
indirizzate a Kant sono state pensate come
riflessioni alternative secondo la chiave di
lettura trascendentalpragmatica, in base al
doppio passaggio elaborato da Karl-Otto Apel:
dall’Io conoscente al co-soggetto o
intersoggetto e dalla separazione-distinzione di
ragione pratica, ragione teoretica e ragione
estetica all’unitarietà di queste tre accezioni
di ragione nella ragione argomentativa.
In tutta una serie di
passaggi, in cui viene chiamata in causa la
fenomenologia quanto l’ermeneutica, la logica
delle scienze sociali quanto la teoria della
conoscenza, la “fine della filosofia” quanto una
sua riproposizione in chiave postmetafisica, le
Lettere a Kant mettono a fuoco i molti problemi
odierni che minacciano l’umanità e le possibili
soluzioni sul piano teoretico e pratico che
l’etica del discorso di Karl-Otto Apel,
diversamente dall’etica formulata da Kant, ha
saputo elaborare in modo chiaro, illuminante e
controcorrente.
Michele Borrelli
Lettere a Kant
La trasformazione apeliana dell'etica kantiana
Nuova edizione rivista e ampliata con la
Sesta lettera
Metafisica e nichilismo
Michele
Borrelli, ordinario di Pedagogia Generale presso
l’Università degli Studi della Calabria, ha
insegnato nelle Università tedesche di Giessen,
Frankfurt a.M., Wuppertal e Nürnberg. Ha scritto
e curato trentotto libri ed è autore di più di
centocinquanta articoli e saggi in libri
collettanei e riviste specializzate. Molti saggi
sono usciti, oltre che in lingua tedesca e
italiana, in inglese, francese, turco, olandese.
Ha curato una serie di volumi con testi
(tradotti dal tedesco) di N. Luhmann, M. Frank,
C. F. Gehtmann, H.-P. Krüger, J. Mittelstrass,
G. Radnitzky, H. Schnädelbach, W. Welsch, R.
Wiehl, H. Albert, P. Bieri, H. Lübbe, A. Wellmer.
Di recente ha tradotto e curato tre volumi che
raccolgono scritti (in parte inediti) di K.-O.
Apel.
Ha curato, assieme a M. Kettner, il
volume: Filosofia trascendentalpragmatica
- Transzendentalpragmatische Philosophie -
Scritti in onore di Karl-Otto Apel per il suo
85° compleanno,
Pellegrini, Cosenza, 2007. Per la Pellegrini
Editore dirige le collane: Metodologia
delle scienze sociali;
Topologik - Collana di Studi
Internazionali di Scienze Filosofiche e
Pedagogiche;
Pedagogia teoretica.
È presidente del Centro filosofico
internazionale K.-O. Apel e del Premio
internazionale per la filosofia K.-O. Apel.